RINVIATO | Infrastrutture marittime e illeciti nel Mediterraneo di età moderna: dai grandi porti ai “deserti” costieri

FBK Aula Piccola

Fondazione Bruno Kessler - Polo delle Scienze Umane e sociali

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Fondazione Bruno Kessler - Polo delle Scienze Umane e sociali

Lo studio dei fenomeni illeciti negli spazi mediterranei (in particolare frodi doganali e contrabbandi, ma in generale tutte le trasgressioni ai regolamenti di vario tipo) permette di concentrarsi a fondo sui luoghi in cui essi si producono. Certamente la maggior parte delle infrazioni vengono riscontrate nei grandi porti, dove esistono infrastrutture capaci di accogliere anche navi di medio e grande tonnellaggio e dove c’è maggiore possibilità di riciclare carichi illegali. D’altronde l’abbondanza di materiale processuale sulle frodi negli scali portuali più importanti si collega all’esistenza di magistrature e apparati di polizia che provano in tutti i modi a mapparle e a reprimerle. Notizie su sbarchi clandestini di merce sono disponibili però anche in relazione agli spazi costieri meno presidiati; anzi, proprio l’assenza, o quanto meno la debolezza, dei sistemi di controllo costituisce un incentivo all’organizzazione di traffici illeciti. Attraverso una ricca casistica, partendo dai porti provenzali di Nizza e Monaco e arrivando fino a Venezia, si proverà a ragionare su come la presenza o l’assenza di infrastrutture, tra Tirreno e Adriatico, abbiano influenzato le scelte degli operatori irregolari (nonché a capire se esistano operatori irregolari “di mestiere”…)

Coordinamento scientifico
Massimo Rospocher, FBK-ISIG
Enrico Valseriati, FBK-ISIG

Ciclo di seminari: “Tavola ovale di storia moderna”

Per ragioni organizzative è obbligatoria l’iscrizione almeno due giorni prima dell’incontro.
Si prega di scrivere a:  

Guest Speakers

  • Università di Genova
    è professore associato di Storia moderna presso l’Università di Genova. Membro del Laboratorio di Storia marittima e navale, si interessa di tematiche sociali ed economiche legate allo spazio mediterraneo tra XVI e XVIII secolo. Ha preso parte a progetti PRIN e FIRB, e ora è inserito in un ERC incentrato sulla dimensione del lavoro marittimo nel passaggio dalla vela al vapore.

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