Il migrante come “corpo malato”. Un aspetto poco noto della storia delle migrazioni transoceaniche italiane di massa

Sebbene la malattia fosse un fattore determinate per gli esiti dei progetti migratori, solo raramente ha trovato spazio nella pur vasta storiografia sulle migrazioni storiche italiane. Questo perché la malattia dei migranti ha lasciato poche tracce. Il migrante malato non ha forme di assistenza perché diventa un corpo inutile sia nel paese di destinazione sia in quello di origine. Uno spiraglio per cogliere le problematiche del rapporto migrazioni/malattia è fornito dalla documentazione sanitaria dei viaggi del primo Novecento e dalla pubblicista medica dell’epoca. Da queste di fonti emergono informazioni utili per collocare la malattia nel complesso delle problematiche migratorie: il carattere di patologia sociale di massa che nei paesi di immigrazione assumono alcune malattie; le dinamiche di espulsione attuate nei confronti dei migranti; la mancanza da parte dello stato italiano di misure di tutela dei migranti. L’esperienza migratoria comportò per migliaia di persone la riduzione a “nullità fisiologiche”, così li definivano alcuni medici di bordo. Non erano pochi i migranti italiani che alla ricerca di una vita migliore mettevano a rischio la propria sopravvivenza.

Coordinamento scientifico
Anna Grillini, FBK-ISIG

Ciclo di seminari: “Storia Contemporanea

 

La presentazione avverrà su Google Meet

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Relatori

  • Università di Genova
    Augusta Molinari è docente di Storia Contemporanea all’Università di Genova. Si è occupata di storia sanitaria, di storia social

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